La perdita dell’udito alle basse frequenze – tecnicamente ipoacusia alle basse frequenze – riguarda l’incapacità di percepire i suoni più gravi. Questo disturbo compromette o impedisce di percepire determinati suoni, ad esempio i tuoni in lontananza, alcune voci maschili, le note suonate da un contrabbasso o da un trombone e, più in generale, tutti quei suoni con frequenza inferiore a 500 Hertz (Hz). Purtroppo, non è sempre facile diagnosticare il disturbo all’inizio dell’insorgenza dei sintomi.
L’ipoacusia alle basse frequenze compromette la capacità di ascoltare i rumori e i suoni classificati come “bassi”. Interessa, quindi, solo uno specifico spettro di frequenza del suono. Normalmente, classifichiamo l’altezza di un suono con quattro categorie, a seconda della loro frequenza:
A seconda del disturbo che si sviluppa, si ha difficoltà a sentire diverse altezze dei suoni. Ad esempio, nel caso dell’ipoacusia alle alte frequenze, si perde la capacità di sentire il cinguettio degli uccelli, le voci femminili o dei bambini. In generale, più l’ipoacusia è grave, più si hanno difficoltà a sentire i suoni che si avvicinano alle frequenze medie.
Secondo la stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le persone che soffrono di un qualche tipo di ipoacusia sono circa 466 milioni in tutto il mondo e questo numero raddoppierà entro il 2050.
In Italia, il Censis parla di circa 7 milioni di persone affette da ipoacusia, soprattutto tra la popolazione più anziana. Dato il fenomeno di invecchiamento della popolazione che interessa in nostro paese, il numero di persone sorde è in costante aumento dal 2012, con un’incidenza maggiore nella popolazione maschile.
La perdita dell’udito alle basse frequenze può essere dovuta a un’ipoacusia trasmissiva, neurosensoriale o a entrambe. Nel primo caso, la causa è da ricercarsi nelle malformazioni o danni del padiglione auricolare, del timpano o della catena degli ossicini dell’orecchio, come nel caso dell'otosclerosi. Cause più frequenti sono:
Nel caso dell’ipoacusia neurosensoriale, si tratta di danni alle cellule ciliate all’interno della coclea oppure alle vie nervose del sistema uditivo. Questo tipo di ipoacusia è generalmente più grave e può essere causata da malattie congenite, traumi acustici o patologie come la sindrome di Menière. L'ipoacusia neuroensotiale è più frequente tra la popolazione anziana (presbiacusia), dove uno o più fattori sopra elencati, insieme alla normale degenerazione del sistema uditivo legata al progredire dell'età, concorrono a determinare la gravità della perdita uditiva. Nelle sordità miste, il danno interessa sia l'orecchio esterno o medio (timpano e catena degli ossicini) sia l'orecchio interno (cellule acustiche e vie uditive centrali).
Negli esempi di patologie sopra citate, l’ipoacusia alle basse frequenze non è il sintomo esclusivo infatti, spesso è associata ad altri disturbi e varia per gravità, reversibilità e tempo d'insorgenza. Se, ad esempio, la perdita dell’udito alle basse frequenze è dovuta alla sindrome di Wolfram (endocrinopatia genetica rara, caratterizzata da diabete, sordità neurosensoriale, atrofia ottica bilaterale e sintomi neurologici), la perdita dell’udito si manifesta normalmente entro la prima decade di vita, è progressiva e irreversibile e anticipa l’esordio della malattia vera e propria, che avviene nell’età adulta.
Nel caso della Malattia di Ménière, che invece colpisce specificatamente l’orecchio interno, la perdita dell’udito alle basse frequenze è un sintomo fluttuante. Significa, quindi, che insorge e poi sparisce in maniera episodica ma, con il tempo, porta a un progressivo deterioramento della capacità uditiva.
In alcune malattie come la displasia di Mondini (malformazione in cui la coclea è incompleta), l’ipoacusia si manifesta già alla nascita. La perdita dell’udito può essere fin da subito grave o progredire con il tempo ma, in ogni caso, è irreversibile.
L’ipoacusia improvvisa, non ha una tipica età di insorgenza, dato che le cause non sono individuabili con precisione. La perdita dell’udito, che interessa quasi sempre un solo orecchio, può avvenire immediatamente o sviluparsi nell'arco di 24-72 ore. Traumi cranici, fenomeni vascolari, infezioni virali sono gli eventi più frequenti. Nel 50-70% dei casi, il recupero, dopo tempestivo e adeguato trattamento farmacologico, è totale.
In generale, i casi di ipoacusia neurosensoriale sono i più gravi e irreversibili, perché dovuti a danni di cellule e tessuti dell’orecchio interno, in particolare della coclea. Ed è proprio il lavoro della coclea che permette di tradurre le vibrazioni delle onde sonore in segnali nervosi perchè il nostro cervello le possa "tradurre" in parole, musica o rumore. In ogni caso, la diagnosi precoce può aiutare a trovare terapie e soluzioni efficaci per l'ipoacusia, per i sintomi che a essa si possono associare e per le malattie che causano la sordità.
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L’ipoacusia alle basse frequenze è meno comune di quella alle alte frequenze, per questo è importante monitorare con attenzione i sintomi, anche se non sembrano preoccupanti. In ogni caso, è sempre meglio rivolgersi ad un medico specialista per una diagnosi corretta. Se seguire una conversazione, soprattutto in presenza di rumore di fondo, diventa difficile, allora è il momento giusto di chiedere l’aiuto di un esperto.
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