L'acufene, ovvero l’avvertire in uno o in entrambe le orecchie fischi, ronzii, fruscii, soffi, pulsazioni non prodotti da fonti esterne, ma generati all'interno dell’organo uditivo, rappresenta uno dei più diffusi problemi di udito in Italia.
Dati diffusi dal Ministero della Salute nel gennaio 2014, stimano che circa il 10% della popolazione nazionale abbia esperienza diretta di questo tipo di fastidio. Nonostante la diffusione, non sempre risulta immediato identificare l'acufene, specie per l’andamento talvolta discontinuo delle sue manifestazioni.
È stato tuttavia accertato come l'insorgenza di questo fenomeno possa legarsi a specifiche cause, tra cui:
Aspetto distintivo dell’acufene è la percezione esclusivamente individuale di una specifica tipologia di suoni. In altre parole solo il soggetto avverte, con frequenza puntuale o in forma continua e ininterrotta, una certa gamma sonora che comprende ronzii, tintinnii, fischi, fruscii, sibili da un orecchio o da entrambe le orecchie. Gli stessi non sono infatti prodotti da fonti esterne, ma provengono direttamente dall'interno dell’apparato uditivo. Il primo passo nel percorso di identificazione e cura dell'acufene prevede la diagnosi da parte degli specialisti che possono proporre di avviare una serie di accertamenti, a partire dall'esame audiometrico.
Identificare la causa degli acufeni rappresenta quindi il passaggio chiave per l'avvio del percorso di cura. Alla base del fastidio possono esserci ragioni eterogenee, diverse da soggetto a soggetto, condizione che comporta la definizione di una terapia personalizzata, nella quale rientra anche la possibilità di ricorrere all'utilizzo di apparecchi acustici.