Li usiamo sempre di più, in ogni momento della nostra giornata, ma gli auricolari bluetooth sono pericolosi? Cerchiamo di fare chiarezza. Gli auricolari senza fili da qualche anno sono entrati in maniera importante nel mercato e, di conseguenza, nella nostra quotidianità ed esistono già numerosi studi sugli effetti del loro utilizzo.
Una ricerca australiana condotta dalla Bond University sostiene che un utilizzo non eccessivo di questi dispositivi non provoca in genere nessun problema ma, se impiegati per tempo prolungato, possono portare a una serie di disturbi legati per lo più al danno da rumore.
Cuffie e auricolari sono diventati compagni fondamentali e indispensabili aiutandoci ad affrontare telefonate di qualsiasi tipo in totale libertà. Due sono le fazioni principali: chi ama le cuffie che si posizionano sopra all’orecchio, senza andarle ad inserire nel padiglione auricolare, e chi invece preferisce le cuffie in-ear, che si introducono direttamente nell’orecchio. Al netto di questa prima differenziazione basata sulle preferenze di chi le utilizza, di seguito nel dettaglio le varie tipologie di cuffie:
In questi ultimi anni l’utilizzo delle cuffie è aumentato in maniera esponenziale: la permanenza spesso forzata a casa ha portato ad utilizzarle anche in momenti in cui prima non erano necessarie come, ad esempio, per svolgere i meeting lavorativi. Questa pratica si estende spesso per tutta la giornata, portando all’utilizzo anche durante la serata e a letto con un impiego, di fatto, continuo e costante, fino ad arrivare all’abuso.
Le cuffie Bluetooth, se utilizzate correttamente, non sono ritenute dannose per la salute. Gli studi attuali non hanno evidenziato rischi significativi legati all'esposizione alle onde radio a bassa intensità emesse da questi dispositivi.
Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione al volume d'uso, poiché ascoltare musica o contenuti audio a livelli troppo elevati per periodi prolungati può causare danni all'udito. Si consiglia di mantenere il volume a un livello moderato e fare pause regolari. Inoltre, l'uso prolungato di cuffie in-ear potrebbe favorire l'accumulo di cerume o infezioni, come l'otite, per cui è importante mantenere una corretta igiene degli auricolari e delle orecchie.
Sia le cuffie che gli auricolari, Bluetooth o a filo, possono avere un impatto sull'udito se usati in modo scorretto, ma non è tanto la tecnologia (Bluetooth o cablata) a determinare i rischi, quanto il volume e la durata d'uso.
Covid e smart working sono diventati un binomio inscindibile negli ultimi anni, in cui il distanziamento, ma in generale la distanza fisica, è stato di fatto sempre privilegiato. È innegabile che con la pandemia si sia registrato un aumento notevole dell’utilizzo delle cuffie per le conference call, anche fra chi prima le utilizzava solo in maniera sporadica.
Questo fenomeno non ha coinvolto soltanto gli adulti ma anche i più giovani, costretti a seguire le lezioni online o a sostituire l’uscita serale con la videochiamata di gruppo per le quali gli auricolari sono divenuti indispensabili, sia per motivi di tranquillità domestica, che di privacy. In un contesto di lavoro da remoto, tutti siamo dunque esposti in maniera più massiccia a rumori forti per le nostre orecchie causati da cuffie e auricolari che sono diventati l’unica via a disposizione per condividere gli spazi in casa, permettendoci di svolgere tutte le attività.
Gli esperti sostengono che i rischi per l’udito dipendano principalmente da due fattori: la durata dell’esposizione al suono e l’intensità del rumore. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare però, non è tanto il secondo fattore ad inficiare, quanto il primo: un’esposizione prolungata e duratura può portare infatti a gravi danni all’udito, soprattutto se accompagnata da disturbi del comportamento come fatica, stress, nervosismo e perdita della concentrazione.
Cuffie e danni all’udito: qual è la correlazione? Molte ricerche hanno dimostrato che il problema principale correlato ai danni delle cuffie sull’udito sia causato principalmente dall’utilizzo prolungato delle stesse, oltre che dall’ascolto di musica ad un volume eccessivo. Questo, vale per tutte le fasce di età: adulti e ragazzi più o meno giovani, impiegati in attività diverse, ma accomunati dal medesimo comportamento.
Gli effetti della prolungata esposizione al rumore elevato per le nostre orecchie e per l’apparato uditivo portano sempre più spesso a diagnosi, quasi giornaliere, di traumi acustici sia acuti che cronici provocati da stress ossidativo sulle cellule nervose. Chi ne è interessato lamenta vari sintomi, fra i quali:
I sintomi descritti possono essere temporanei ma possono diventare permanenti, soprattutto se causati da esposizione al rumore scorretta e continuativa. L’apparato uditivo umano è capace di compensare bene la presenza di un danno da trauma acustico, di cui spesso ci si accorge troppo tardi, quando è già divenuto permanente.
Dunque, i fattori che concorrono a stressare l’apparato uditivo sono molteplici: il tempo e un uso prolungato, quotidiano e pressante di cuffie auricolari, in-ear e simili può causare male all'orecchio e veri e propri danni permanenti. È dunque bene fare attenzione, evitandone il più possibile un uso continuativo delle cuffie.
Spesso si incorre in una falsa diceria sulla correlazione tra bluetooth e danni alla salute. Queste credenze hanno preso piede in seguito ad alcuni dubbi che hanno coinvolto la comunità scientifica nel 2015 sul fatto che gli airpods siano pericolosi per la nostra salute: in un appello pubblicato sulla rivista Medium, 247 scienziati di 42 Paesi si sono infatti detti preoccupati dell’eccessiva esposizione ai campi elettromagnetici provocati dai dispositivi bluetooth.
Negli anni successivi però non sono state portate evidenze scientifiche a supporto di questa tesi: i recenti studi hanno dimostrato che le radiazioni generate dagli apparecchi bluetooth hanno una pericolosità inferiore di quelle emesse dagli smartphone stessi e, in generale, l’emissione di onde elettromagnetiche è talmente bassa da risultare irrilevante. Il protocollo Bluetooth, infatti, usa le stesse bande di frequenza a 2.4 GHz del wi-fi, ma con una potenza inferiore.
Dunque, mantenendo un utilizzo sano e non prolungato nel tempo, le cuffie wireless non fanno male alla nostra salute, o perlomeno non hanno un effetto più negativo di quello causato dalle altre cuffie.
Per isolarsi ed escludere gli altri suoni e rumori esterni spesso, quando si è per strada o sui mezzi, si usano le cuffie o gli auricolari, alzandone il volume. Per legge, il limite raggiungibile dalle cuffie che supportano lettori CD portatili è stato stabilito a 100 decibel, ma le cuffie vendute singolarmente possono superare questa soglia, anche ampiamente.
Per rendere più chiaro il paragone, 110-120 decibel è la potenza di suono di una motosega in azione o di un jet al decollo, mentre il suono della voce umana raggiunge i 30-40 decibel. A questo, si aggiunge il fatto che la scala decibel è una scala logaritmica ovvero, per ciascun incremento di 10 decibel, il potere del suono viene moltiplicato per 10. Inoltre, gli studi evidenziano che il livello di intensità raccomandato non dovrebbe andare oltre gli 85 decibel per un ascolto di 8 ore al massimo durante tutta la giornata: ad un livello di 100 decibel, il danno potrebbe arrivare invece dopo soli 15 minuti.
L’Unione europea, per cercare di limitare questo utilizzo spropositato e, di conseguenza, gli effetti negativi per la salute uditiva, ha commissionato uno studio per imporre ai produttori di apparecchi tecnologici dei limiti nell’erogazione del suono, ma siamo ancora in attesa che le linee guida vengano diffuse nel mercato. Nel frattempo, è sempre bene regolare il volume degli apparecchi per non danneggiare l’udito.
L'otite da auricolari è un'infiammazione dell'orecchio che può svilupparsi a causa dell'uso prolungato o scorretto degli auricolari. Gli auricolari possono intrappolare umidità e batteri all'interno dell'orecchio, favorendo l'infezione del canale uditivo, specialmente se non vengono puliti regolarmente.
Alcuni sintomi comuni includono dolore all'orecchio, prurito, sensazione di orecchio tappato e, nei casi più gravi, perdita temporanea dell'udito. Per prevenire l'otite, è importante mantenere gli auricolari puliti, non utilizzarli per periodi troppo lunghi e fare attenzione all'igiene dell'orecchio.
È sconsigliato utilizzare le cuffie quando si soffre di otite. Le cuffie, specialmente quelle in-ear, possono peggiorare l'infiammazione aumentando la pressione nell'orecchio o trattenendo umidità e batteri, ostacolando la guarigione. Inoltre, il contatto diretto con un'area infiammata può risultare doloroso e prolungare i sintomi.
È meglio evitare di usare cuffie fino a completa guarigione e, in caso di dubbi, consultare un medico.
I rumori forti possono causare problemi non solo connessi all’apparato uditivo, ma più in generale a tutto l’organismo: i traumi acustici causati dal rumore forte possono andare dall’orecchio ovattato dopo un forte rumore all’aumento della pressione sanguigna, a disturbi al cuore, fino a disturbi del sonno e stress. Se è vero che non c’è un’età specifica per la manifestazione di queste problematiche che possono infatti affliggere tutti, i bambini possono soffrirne in modo particolare.
La musica ha numerosi effetti positivi sull’organismo, tutti ampiamente documentati da studi: riduce il battito cardiaco, la frequenza respiratoria, la sudorazione, la tensione muscolare e influisce sul sistema nervoso autonomo, oltre a intervenire nelle dinamiche che riducono il dolore. Tuttavia, la musica può anche avere effetti collaterali negativi se viene consumata a livelli sonori intensi, soprattutto se si prolunga nel tempo e viene ascoltata con le cuffie nell’orecchio.
Non si può però arrivare a sostenere che le cuffie fanno male al cervello, perché di fatto non ne viene influenzato direttamente. Ci sono dei modi indiretti però per cui le cuffie possono avere un impatto negativo. Un esempio che va in questa direzione è correlato agli studi che le radiazioni delle cuffie hanno sul cervello, anche se, come anticipato prima, nulla è stato ancora dimostrato.
Molte persone non sono consapevoli però degli effetti psicologici che le cuffie possono causare: la ricerca è ancora in corso ma ci sono studi che hanno messo in luce un impatto sul cervello, evidenziando una elaborazione cognitiva più lenta che porta a una conseguente attenzione minore e ad abilità verbali ridotte, ma anche ad effetti psicologici causati dalla distorsione audio.
Ascoltare musica ad alto volume può dare il via a comportamenti che danno dipendenza e che possono causare effetti dannosi sulla coclea, una componente interna dell’orecchio.
Gli auricolari possono influenzare non solo il nostro udito, ma anche il corretto funzionamento delle nostre orecchie. Infatti, spesso alcuni possono lamentare un dolore alle orecchie da cuffie e, soprattutto i bambini, spesso si rivolgono ai genitori dicendo frasi del tipo “le cuffie mi fanno male alle orecchie”. Indossare le cuffie tutto il giorno non lascia le orecchie senza conseguenze. Varie sono le manifestazioni, anche dolorose, che possono essere causate dall’utilizzo continuato delle cuffie:
Un buon ascolto musicale o una chiacchierata al telefono utilizzando le cuffie non devono essere bandite in assoluto: evitare in toto l’utilizzo delle cuffie per paura di problematiche correlate all’apparato uditivo non è una buona strada, così come la soluzione drastica di non ascoltare più musica. È bene infatti utilizzare qualche piccolo accorgimento, fondamentali per evitare modalità scorrette di consumo del suono. Vediamoli di seguito.
Alcune buone abitudini possono aiutare a impostare una routine corretta per il nostro apparato uditivo. È sempre bene:
Le cuffie che riducono il rumore sfruttano la tecnologia avanzata di riduzione attiva del rumore per annullare il suono che proviene attorno alla persona che ascolta, qualsiasi esso sia: rumore del traffico cittadino, ufficio affollato, vocio di un locale, andando a ridurre i suoni di sottofondo fino al 92% e permettendo di concentrarsi solo sulla musica che si ascolta, sulla conversazione che si sta facendo o sul film che si sta guardando.
Le cuffie che riducono il rumore esterno sono una soluzione interessante perché prevengono un atteggiamento comune in molte persone che, per contrastare il rumore di sottofondo, tendono ad alzare il volume dei devices. Ovviamente, queste cuffie, per quanto efficaci, tendono a ridurre il rumore ambientale, non a cancellarlo del tutto: non permettono di estraniarsi dall’ambiente circostante, ci si deve immaginare più che altro un brusio di fondo.
Le cuffie a conduzione ossea sfruttano, a differenza delle normali cuffie, le ossa del cranio per propagare il suono emettendo piccole vibrazioni sulle ossa poste tra mascella e mandibola, vicino all’orecchio, lasciandolo libero al contempo di sentire i suoni provenienti dall’ambiente circostante. In questo modo, l’effetto creato dai classici auricolari che portano ad un isolamento completo da quello che circonda viene meno: anche per questo, sono molto utilizzate dai runner. I benefici sono molteplici:
La regola 60-60, semplice e facile da ricordare, può aiutarci a prevenire l’insorgenza di problemi uditivi: ovvero 60 minuti di utilizzo, ad un volume pari al 60% del massimo del dispositivo. È sempre bene ricordare che più alto è il volume, più corta dovrebbe essere la durata dell’ascolto, quindi una piccola pausa, magari di 15 minuti, non può che giovare per evitare sovraesposizioni.
Cuffie e danni all’udito sono spesso considerati come elementi correlati: per evitare problematiche importanti, è sempre bene prestare attenzione ad alcuni segnali che possono essere dei campanelli d’allarme di un disturbo più importante. I principali sono:
Uno screening uditivo è sempre un buon punto di partenza per valutare se effettivamente si soffre di qualche disturbo o di un calo uditivo e, soprattutto, per scoprire il grado di sordità, capirne le cause e comprendere il trattamento più adatto.