Per Glue-ear si intende, clinicamente parlando, l’otite media sieromucosa ed i più piccini sono i principali ad esserne interessati.
L’otite media effusiva, conosciuta anche come otite catarrale, otite tubarica e otite sierosa, viene distinta in base al tipo di essudato presente nell’orecchio medio in: otite sierosa, siero-mucosa e mucoide. Nelle forme croniche l’essudato può diventare particolarmente denso, simile alla colla, da qui il nome di “glue-ear”. Questa forma di otite rappresenta la causa più comune di riduzione della capacità uditiva nei bambini, con una ridotta percentuale di casi negli adulti. Diversi fattori concorrono all’instaurarsi dell’otite media effusiva tra i quali:
Anche se l’otite media può verificarsi in qualsiasi età, è nettamente più comune nella fascia pediatrica tanto che, nella stagione invernale, il 30% circa dei bambini che frequentano la scuola materna, soffrono di otite effusiva che si protrae per diversi mesi. Nei bambini, l’ipertrofia adenoidea ostacola il normale funzionamento della tuba di Eustachio provocando un aumento della secrezione della cassa del timpano e accumulo di trasudato che occupa parzialmente o totalmente la cassa del timpano.
La sintomatologia dell’otite effusiva è caratterizzata da riduzione della capacità uditiva, autofonia, sensazione di orecchio pieno e acufeni. L’essudato, se estremamente abbondante, può determinare dolore e perforazione della membrana del timpano. La perforazione determina la scomparsa del dolore e lo scolo del materiale essudativo dall’orecchio. La febbre è assente e frequenti sono le riacutizzazioni.
La visita specialistica assume primaria importanza per prevenire le recidive e il rischio di un danno uditivo permanente.
La terapia medica si avvale dell’utilizzo di corticosteroidi, lavaggi nasali, e crenoterapia (acqua termale). Quest’ultimo rimedio trova indicazione primaria ripristinando la permeabilità tubarica e il trofismo della mucosa della cassa timpanica.
La terapia chirurgica prevede la rimozione di eventuali vegetazioni adenoidee (adenoidectomia) e, in caso di timpano chiuso, dell’apposizione del drenaggio transtimpanico. In questo caso, un piccolo tubicino di polietilene viene inserito nella membrana del timpano così da permettere il flusso dell’essudato dall’orecchio medio verso l’esterno e areazione della cassa del timpano. L’utilizzo del drenaggio transtimpanico, da sempre oggetto di controversie, è da impiegare quando non si è avuto un beneficio nei tre-sei mesi seguenti l’inizio della terapia medica. Infatti, il mancato beneficio della terapia medica può determinare delle lesioni irreversibili della mucosa della cassa del timpano e del timpano stesso, con conseguente ipoacusia trasmissiva irreversibile. L’applicazione del drenaggio permette un immediato recupero dell’ipoacusia, ma non sembra migliorare, a lungo termine, la storia naturale dell’otite effusiva. L’espulsione del drenaggio avviene spontaneamente, entro tre mesi dall’applicazione, o viene rimosso dal chirurgo non appena si completa la risoluzione dell’effusione, onde evitare l’insorgenza di timpanosclerosi.