Riflesso stapediale e muscolo stapedio

Contrazione del muscolo stapedio

Cos'è il riflesso stapediale e a cosa serve?

Il riflesso stapediale (o riflesso di smorzamento) è la contrazione bilaterale, involontaria, del muscolo stapedio (muscolo della staffa), dovuta ad una eccessiva stimolazione dell'orecchio interno. Questo muscolo ha la funzione di proteggere le componenti dell'apparato uditivo da stimolazioni sonore troppo intense e svolge anche un ruolo nella capacità di discriminazione dei suoni.

Anatomia del riflesso stapediale

Muscolo stapedio: cos'è e dove si trova?

Lo stapedio è il più piccolo dei muscoli striati del corpo umano e ha un aspetto bipennuto. Con appena un millimetro di lunghezza, il suo scopo è quello di stabilizzare l'osso più piccolo del corpo: la staffa.

Parti dell'orecchio

L'esame del riflesso stapediale coinvolge le strutture che costituiscono il sistema di amplificazione del suono (tuba di Eustachio, membrana timpanica e tre ossicini dell'udito: martello, incudine e staffa).

Perché l'orecchio ha un riflesso acustico?

Il muscolo stapedio è connesso alla staffa; si contrae in risposta a un intenso rumore, rendendo la catena degli ossicini più rigida per ridurre l’intensità del suono. Tale risposta, definita riflesso acustico, contribuisce a proteggere il delicato orecchio interno dal danno acustico.

Esame del riflesso stapediale: impedenzometria

L' impedenzometria permette di valutare l’elasticità del timpano e della catena di ossicini responsabili della funzione dell’udito; risulta pertanto utile per diagnosticare eventuali disturbi a carico dell’ orecchio medio. L’esame viene eseguito inserendo un cono all’interno dell’orecchio dal quale viene emessa una pressione sonora di entità variabile in grado di mettere in movimento il timpano e la catena degli ossicini a esso annessi. 

Chi conduce una impedenzometria?

L’esame impedenzometrico viene generalmente eseguito da uno specialista otorinolaringoiatra.

Quanto dura una impedenzometria?

La durata dell'esame impedenzometrico è variabile: di norma, per l'esecuzione dell'impedenzometria occorrono indicativamente 5 minuti.

Come e perché si misura il riflesso stapediale?

L'esame impedenzometrico prevede il posizionamento di una sonda all'interno del condotto uditivo esterno. Lo strumento genera un tono puro (di solito, pari a 226 Hz) e misura il riflesso del suono dalla membrana timpanica, mentre l'operatore varia la pressione dell'aria nel condotto uditivo esterno. L'impedenzometro emette una pressione sonora di entità variabile, positiva e negativa, da un livello massimo di +200 decapascal (daPa) ad un minimo di –400 daPa, in grado di mettere in movimento il timpano e la catena degli ossicini ad esso annessi; al contempo, un microfono capta e trasduce il suono in corrente continua. Lo strumento registra così la resistenza opposta al passaggio dell'aria nell'orecchio medio, a differenti valori pressori.

Risultato: riflesso stapediale presente o assente

In soggetti privi di situazioni patologiche, il muscolo stapedio si contrae in risposta a suoni di intensità elevata. Questo fenomeno è bilaterale, anche quando viene stimolato un solo orecchio. Alla contrazione del muscolo stapedio, corrisponde un aumento della rigidità del timpano, che riduce così la conduzione del suono verso l'orecchio interno. L'assenza o la presenza del riflesso stapediale è un i ndice di fondamentale importanza per la diagnosi di diverse patologie, quali otiti medie, otosclerosi e ipoacusie neurosensoriali.

Muscolo stapedio e acufeni

Rientrano tra gli acufeni oggettivi anche quelli determinati da contrazioni multiple dei muscoli che sono vicini all'orecchio (mioclonie). Tra queste, viene indicato come possibile acufene da contrazione clonica muscolare la mioclonia del muscolo stapedio. Occorre tener presente che s'inserisce direttamente sulla staffa e influenza la percezione uditiva e se pur raramente può causare acufene.

Come curare l'assenza di riflesso stapediale?

Non esiste una terapia medica per curare l'assenza di riflesso stapediale, per questo motivo è necessario ricorrere alle protesi acustiche, come ad esempio gli apparecchi acustici di Amplifon, che compensano la riduzione dell'udito amplificando il suono stesso, oppure all'intervento chirurgico.

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