La scuola ha un ruolo fondamentale nell’integrazione dei bambini ipoacusici nel contesto sociale e per favorire l’apprendimento scolastico al pari degli altri bambini senza deficit uditivi. Rispetto al passato, oggi la scuola utilizza molti strumenti tecnologici multimediali che favoriscono l’uso di canali comunicativi alternativi al linguaggio verbale e che permettono un più facile inserimento dei bambini con problemi di udito. Vediamo quali sono questi strumenti e come scuola e famiglia possono aiutare l’apprendimento a scuola e, più in generale, favorire l’inserimento in tutti i contesti sociali.
Conoscere il periodo di insorgenza e il livello di ipoacusia del bambino è fondamentale per individuare la strategia migliore da adottare per favorirne l’apprendimento verbale e scolastico. A seconda che il piccolo abbia un deficit uditivo di lieve entità o grave, si potrà mettere in pratica un piano educativo individuale che rispetti le reali esigenze del bambino.
La sordità nel bambino può insorgere in epoca preverbale (alla nascita o entro l’anno di vita) o postverbale (dopo che si è acquisito il linguaggio verbale). La distinzione è fondamentale perché la riabilitazione prevede dei percorsi differenti. Con gli screening neonatali effettuati alla nascita (otoemissioni acustiche) si riesce a individuare precocemente se il neonato è affetto da sordità e, quindi, indirizzarlo immediatamente in centri specializzati nella terapia delle sordità infantili. Leggermente più complessa è l’individuazione di una sordità che insorge in epoca postverbale. Solitamente sono i genitori o gli insegnanti a scuola che si accorgono che il bambino sente poco (es. ascolta la televisione ad alto volume, non risponde agli insegnanti o tende a farsi ripetere le domande).
La prima cosa da fare, qualora si sospetti un problema di udito, è effettuare una visita specialistica (Audiologo/Otorinolaringoiatra) a cui, a giudizio dello specialista, potranno far seguito una serie di indagini strumentali (es. esame dell’udito, impedenzometria, potenziali evocati ecc.) che permettono di ottenere una valutazione dell’udito del bambino. Qualora l’esito sia positivo, la famiglia dovrà informare la scuola, così da poter mettere in atto le specifiche metodiche di apprendimento.
Da sempre il rapporto insegnanti-bambini si basa sulla comunicazione verbale: le lezioni orali, i dettati sono attività primarie nelle scuole, che però possono essere molto difficoltose da seguire per un bambino ipoacusico. Per fortuna negli ultimi anni si è diffuso l’utilizzo di strumenti multimediali che favoriscono l’apprendimento e la comprensione, attraverso l’uso di un linguaggio alternativo a quello verbale, aiutando in tal modo l’integrazione dei bambini con deficit uditivi.
In particolare in molte scuole si usa la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM), un supporto molto prezioso per rendere più completa la lezione scolastica. Si tratta di una lavagna elettronica su cui è possibile scrivere, disegnare, allegare immagini, visualizzare video e fare ricerche su Internet. La LIM è un supporto molto utile per arricchire le possibilità di apprendimento di un bambino ipoacusico, ad esempio attraverso l’ingrandimento del movimento labiale del docente, così da facilitare la lettura labiale o l’ausilio di immagini a corredo del linguaggio verbale.
Uno strumento fondamentale per favorire l’integrazione scolastica dei bambini ipoacusici è l’utilizzo di un apparecchio acustico, qualora lo specialista lo ritenga necessario per il grado di ipoacusia rilevato. Anche in questo caso ci sono state molte evoluzioni rispetto al passato, tanto che oggi un bambino può indossare apparecchi acustici praticamente invisibili, per cui non è necessario che gli altri bambini ne siano a conoscenza. È invece fondamentale che gli insegnanti lo sappiano, anche perché oggi è possibile usufruire di tecnologie avanzate che, sfruttando la rete wireless, permettono di trasmettere la voce del maestro direttamente nelle orecchie del bambino. Questo è un sistema estremamente vantaggioso per l’apprendimento del bambino, che in tal modo potrà sentire la lezione esattamente come gli altri.
Non bisogna dimenticare che l’ipoacusia nel bambino non produce effetti negativi solo nell’apprendimento, ma in generale può avere conseguenze anche nel suo processo di crescita e di sviluppo cognitivo. Un bambino che non sente bene non è in grado di relazionarsi correttamente con gli altri e ciò provoca un isolamento sociale che ha gravi ripercussioni sulla sua personalità. Non solo, la difficoltà di associare parole e oggetti rallenta il suo sviluppo linguistico e può creare una visione distorta della realtà.
Per questi motivi è assolutamente necessario intervenire tempestivamente per individuare la presenza di una ipoacusia nei bambini ancor più che nei soggetti adulti, perché la mancanza o la riduzione dell’udito durante l’età scolare può interferire sulla corretta crescita psichica del piccolo, sulle potenzialità lavorative e di integrazione sociale. In caso di dubbi sulle capacità uditive del vostro bambino è opportuno prenotare un appuntamento da uno specialista dell’udito, procedura fondamentale perché necessaria a riconoscere la presenza di ipoacusia, determinare la gravità della perdita uditiva e definire l’iter riabilitativo.