La disfunzione temporo-mandibolare consiste nel malfunzionamento dei muscoli o delle articolazioni della mandibola o del tessuto fibroso che li collega. Le strette relazioni anatomiche e funzionali tra la regione dell’articolazione temporomandibolare e l’orecchio esterno e medio, spiegano come processi patologici che la interessano possano avere delle ripercussioni anche sull'udito.
Con il termine di disfunzione temporo-mandibolare si intende una serie di condizioni, di segni e sintomi che colpiscono uno o più componenti dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM). Il paziente che soffre di questa disfunzione può lamentare:
Ai sintomi sopra descritti, spesso si associano mal di testa, instabilità, sensazione di orecchio tappato o acufeni.
Sono diverse le cause che possono portare alla comparsa del disturbo temporo - mandibolare. Le più comuni sono:
Esiste una stretta correlazione tra disturbi all'orecchio e problemi all'articolazione temporo-mandibolare. Infatti, la vicinanza anatomica tra questa articolazione e l'apparato uditivo potrebbe portare al verificarsi di problemi all'udito determinati dall'estendersi della patologia infiammatoria o disfunzionale dell'articolazione temporomandibolare a una o più componenti dell'orecchio con conseguente calo uditivo. Inoltre, sintomi strettamente audiologici, quali acufeni e vertigini possono aggravare il corteo sintomatologico.
A causa della contiguità tra l'articolazione temporo-mandibolare e l'orecchio, qualunque processo patologico che interessa l'articolazione può estendersi anche all'apparato uditivo provocando dolore all'orecchio (otalgia), acufeni, sordità e deficit dell'equilibrio. In questo caso, il lavoro di ricerca deve essere interdisciplinare tra diverse figure professionali quali: esperti dell'udito, maxillo-facciali, fisioterapisti e odontoiatri, per definire le cause della disfunzione e le possibili ripercussioni sull'orecchio.
La sindrome temporo-mandibolare può causare anche altri disturbi uditivi come l'acufene, ovvero quella patologia che provoca, in chi ne soffre, la sensazione di sentire un suono in uno o entrambe le orecchie, generati nel contesto dell'apparato uditivo o in distretti ad esso correlati.
Gli approcci terapeutici alla sindrome temporo-mandibolare possono essere di tipo chirurgico e non chirurgico. La terapia chirurgica ha lo scopo di ridurre il carico articolare, preservare la mobilità dell'articolazione e la cartilagine, promuovere un corretto allineamento dei denti. La terapia non chirurgica, spesso in sinergia con l'approccio chirurgico, agisce tramite diverse trattamenti, sia manuali sia protesici, che hanno lo scopo di riabilitare l'articolazione (es. trattamento ortodontico e approccio osteopatico) e promuovere il raggiungimento di un equilibrio ottimale fra efficienza della masticazione e salute dentale.
In caso di perdita dell'udito, una soluzione efficace è l'utilizzo di un apparecchio acustico; tuttavia, prima di ogni decisione, è sempre consigliabile rivolgersi ad uno specialista e trovare assieme a lui la soluzione migliore.
La sindrome di Costen è una condizione medica caratterizzata da una serie di segni e sintomi dolorosi principali, come dolore e difficoltà nel parlare e nel masticare, e secondari, come acufeni, dolore all'orecchio, vertigini e mal di testa. Questi sintomi sono dovuti a una disfunzione delle articolazioni temporo-mandibolari e/o dei muscoli masticatori.
La diagnosi è principalmente clinica, ma in alcuni casi può essere necessario ricorrere a indagini radiologiche come la TC o la Risonanza Magnetica. Il trattamento varia dall'uso del bite (la terapia più comune), alla fisioterapia, all'uso di farmaci e, in alcuni casi, alla chirurgia. L'obiettivo è alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita del paziente.
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