Rumore da traffico, le città italiane sono le più esposte

Secondo un'indagine Amplifon, un italiano su due è troppo esposto all'inquinamento acustico
Ultimo aggiornamento 10 settembre 2018

L’indagine

Secondo un’indagine realizzata ad agosto 2016 da Gfk e promossa da Amplifon, i cittadini italiani sono i più esposti al rumore del traffico rispetto al resto d’Europa (il 49,4% contro una media del 42,9%): automobili e motorini, clacson, sirene e mezzi pubblici producono in media 82,2 decibel (dB), avvicinandosi pericolosamente al limite dei 90 dB, indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come soglia critica per evitare danni all’udito

Secondo l’OMS, infatti, il rumore del traffico stradale che supera i 60 dB può causare:

  • insonnia 
  • mal di testa 
  • tachicardia e disturbi gastrici
  • incremento della mortalità del 4% 
  • una probabilità di ictus maggiore del 5% 
  • aumento dell’obesità

Gli italiani e il rumore del traffico

Un italiano su due è molto esposto al rumore del traffico automobilistico e le maggiori “vittime” del rumore della strada sono donne (56%) con un’età media di 47 anni, principalmente impiegate e insegnanti (32%). Tra i più esposti al rombo di auto e moto anche i pensionati (16%), i freelance (13%) e le casalinghe (11%).

Il caos sonoro, di cui i picchi registrati a Palermo, Firenze, Torino, Milano, Roma, Bologna e Napoli hanno superato anche la soglia di guardia degli 85 db, incide sul benessere generale degli italiani, sul loro umore e sull’udito. Gli italiani molto esposti all’inquinamento acustico dato dal rumore del traffico lamentano: 

  • disturbi del sonno e sbalzi d’umore 
  • mal di testa e problemi di concentrazione sul lavoro e nello studio 
  • un leggero calo dell’udito, ronzii nelle orecchie e subiscono un peggioramento, nel tempo, della capacità uditiva

Inoltre, la conversazione in ambiente rumoroso può essere molto disturbata e difficoltosa soprattutto in soggetti che già hanno un lieve calo dell’udito.

 

Consigli per città a "misura d'orecchio"

Diffondere e favorire l’uso di veicoli elettrici, sia per il trasporto pubblico, sia per quello privato, può abbattere notevolmente il livello di rumorosità ambientale.

Quando possibile, preferire le biciclette ed il trasporto pubblico ai mezzi a motore a scoppio (non elettrici) di uso privato.

Incentivare l’impiego di asfalto insonorizzante e favorire la diffusione di pneumatici realizzati con materiali a bassa emissione sonora.

Individuare le zone urbane ad alto inquinamento acustico da traffico, così da adottare e far rispettare limiti di velocità adeguati.

Dislocare, ove possibile, fabbriche o aziende, portandole fuori dal centro della città, in modo da abbattere l’inquinamento acustico prodotto durante l’attività lavorativa e riducendo il rumore e l’inquinamento da micropolveri determinato dall’utilizzo delle automobili a uso privato.

Dove consentito, installare sistemi di abbattimento del rumore, come ad esempio le barriere “frangi rumore” e i trattamenti acustici di aree/ambienti scolastici.

Favorire la diffusione del “car sharing”: la condivisione dei mezzi di trasporto permetterebbe di ridurre la densità del traffico e, quindi, l’entità del rumore urbano.

Aumentare il “verde urbano”, soprattutto vicino alle aree più rumorose nelle vicinanze delle abitazioni e degli edifici pubblici, per sfruttare la capacità fono-assorbente.

Favorire la cultura del rispetto dell’ambiente, compreso quello sonoro, così da evitare di trasformare i suoni da elementi in grado di aumentare il benessere delle persone a possibili rischi per la salute.

 

* realizzato per Amplifon con la consulenza del Prof. Guido Conti, Responsabile dell’Unità Operativa di Audiologia dell’Istituto di Clinica ORL, Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli”, Roma.

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