Le adenoidi sono organi di difesa importanti per i bambini e sono situate nella regione del rinofaringe, proprio dietro il naso.
Tuttavia, in caso di infezioni delle prime vie aeree ricorrenti, può succedere che le adenoidi aumentino di volume fino ad ipertrofizzarsi e a dare origine a diversi tipi di patologie.
Da questa premessa si può facilmente intuire l’esistenza di un legame tra ipoacusia trasmissiva nel bambino e ipertrofia adenoidea, una patologia che deve essere diagnosticata per tempo in quanto, soprattutto se in forma grave, necessita di essere trattata per scongiurare pesanti conseguenze tra cui un calo dell’udito permanente.
Approfondiamo l’argomento scendendo nel dettaglio dei meccanismi che possono generare ipoacusia trasmissiva nel bambino che soffre di ipertrofia adenoidea.
Un significativo calo dell’udito nel bambino che soffre di ipertrofia adenoidea prende il nome di sordità rinogena e può essere uno dei sintomi (e degli effetti) più impattanti dell’aumento di volume delle adenoidi.
La sordità rinogena è provocata dal verificarsi di otiti medie catarrali ricorrenti e dagli effetti che le infezioni che ne sono alla base hanno sugli organi e sui meccanismi che regolano il funzionamento dell’apparato uditivo.
I fenomeni infiammatori che originano le otiti medie catarrali infatti possono essere responsabili di un malfunzionamento della tuba di Eustachio, incaricata di favorire il corretto drenaggio delle secrezioni di naso e gola nell’orecchio medio, a causa del quale tali secrezioni si accumulano e ristagnano nella cavità media dell’orecchio.
Il ristagno del liquido delle secrezioni, a sua volta, può provocare un abbassamento più o meno marcato dell’udito.
Per riconoscere l’ipertrofia adenoidea nel bambino è fondamentale rivolgersi ad uno specialista in otorinolaringoiatra che attraverso l’utilizzo di specifici strumenti, può diagnosticare l’eventuale ostruzione nasale e collegarla con facilità ai problemi uditivi.
Sarà poi il medico a prescrivere eventuali altri esami, come ad esempio l’otoscopia e l’esame impedenzometrico, per confermare o scongiurare eventuali presenze di versamenti nella cassa del timpano.
L’ipertrofia adenoidea può essere trattata o mediante terapia medico-farmacologica o ricorrendo alla chirurgia di asportazione parziale o totale delle adenoidi nei casi più gravi.Indipendentemente dal caso, è fondamentale agire tempestivamente per evitare un peggioramento delle condizioni di salute del bambino, anche dal punto di vista dei danni all’orecchio e dell’abbassamento della capacità uditiva che possono diventare, nel tempo, permanenti.
Una volta curata l’otite media catarrale e risolti i problemi adenoidei il recupero dell’udito nel bambino è pressoché immediato.Nei casi in cui le otiti non si risolvono mediante terapia medica, nel corso dell’intervento di rimozione delle adenoidi si può decidere di aspirare il muco presente nell’orecchio medio. Anche in questo caso il recupero dell’udito è immediato.
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