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Se viene rilevata una perdita uditiva, viene eseguita un'audiometria a conduzione ossea per identificarne la causa. Ulteriori test, come la misurazione dell'impedenza, possono essere eseguiti da un medico specializzato per ottenere ulteriori informazioni sulla mobilità del timpano e sulla presenza di riflessi stapediali.
Dopo l'esame dell'udito, l'audioprotesista si prenderà il tempo necessario per fornire una consulenza personalizzata e presentare i migliori apparecchi acustici in base alle esigenze individuali della persona.
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Se vi è stata diagnosticata una perdita uditiva in entrambe le orecchie che può essere corretta con apparecchi acustici, dovreste indossare apparecchi binaurali (bilaterali). Quando si ascolta, gli impulsi elettrici vengono inviati a entrambi gli emisferi del cervello: due apparecchi acustici migliorano quindi il "bilanciamento uditivo" e ripristinano il naturale effetto stereo. Con due apparecchi acustici, si può contare su un miglioramento significativo della comprensione del parlato e dell'udito direzionale, anche in ambienti rumorosi.
Nel caso di un problema uditivo unilaterale, in cui un lato dell'udito è gravemente limitato (CROS), può essere consigliato un apparecchio acustico speciale. In questo caso, il suono viene trasferito dal lato con l'udito più debole a quello con l'udito migliore, per consentire un udito più direzionale e una migliore comprensione del parlato.
I costi degli apparecchi acustici Amplifon variano in base alle categorie di prestazioni. Ecco un'idea generale:
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I prezzi degli apparecchi acustici variano principalmente a causa della vasta gamma di modelli disponibili, progettati per soddisfare diverse esigenze uditive. La scelta del modello dipende dalle vostre necessità personali. Potete optare per un modello iniziale, più conveniente, con funzioni di base, o scegliere un dispositivo di classe superiore che offre un'esperienza uditiva ottimale e naturale. È importante considerare non solo il prezzo di acquisto, ma anche i costi di gestione dell'apparecchio acustico. Ciò comprende, ad esempio, il costo delle batterie e altre eventuali spese, come prodotti speciali per la pulizia o accessori.
Ogni caso è unico. Presso il centro specializzato riceverete una consulenza personalizzata per scegliere il modello di apparecchio acustico più adatto alle vostre esigenze.
La possibilità di praticare sport con gli apparecchi acustici dipende dai modelli utilizzati, poiché alcuni sono più impermeabili di altri. Anche il sudore può essere dannoso per gli apparecchi acustici. Tuttavia, il nuoto e gli altri sport acquatici non sono consentiti, poiché possono danneggiare gli apparecchi acustici.
È possibile indossare gli apparecchi acustici durante lo sport, ma è consigliabile utilizzare una fascia antisudore per ridurre l'umidità dovuta alla sudorazione. Si consiglia inoltre di utilizzare una fascia di sicurezza per ridurre al minimo il rischio di perdere gli apparecchi acustici.
Gli apparecchi acustici a costo zero sono modelli di base il cui costo è interamente coperto dall'assicurazione sociale. Possono essere personalizzati in base alla perdita uditiva e offrono le funzioni più importanti per un buon udito. Tuttavia, funzioni aggiuntive come la connettività Bluetooth e la batteria ricaricabile sono sono disponibili a un costo aggiuntivo.
Se optate per un modello di apparecchio acustico di classe base e soddisfate tutti i criteri IV, il costo degli apparecchi acustici sarà interamente coperto e non ci saranno costi aggiuntivi per voi.
È necessario, tra l'altro, un certificato medico. Saremo lieti di consigliarvi personalmente in una dei nostri centri Amplifon, spiegandovi esattamente se e come potete beneficiare della partecipazione ai costi e supportandovi nella compilazione dei moduli.
Una sordità improvvisa è l’insorgere di un’inattesa, unilaterale perdita dell’udito. Generalmente essa si sviluppa ed evolve nel giro di 24 ore. In presenza di una perdita dell’udito i segnali che giungono all’orecchio interno non vengono più elaborati e trasportati al cervello (perdita dell'udito sensorineurale). Gli interessati percepiscono i suoni a un volume più basso, e non distinguono più i toni di tutte le frequenze – in alcuni casi sussiste addirittura una perdita dell’udito totale, a causa della quale l’udito dell’interessato non è in grado di percepire alcun tipo di rumore. Tuttavia una perdita dell’udito sensorineurale non è da considerare automaticamente una condizione di sordità improvvisa. Quest’ultima potrebbe, infatti, essere il frutto di altri fattori, come ad esempio forti rumori o un’infezione virale. Per poter stabilire una relazione diretta tra una sordità improvvisa è una perdita dell’udito sensorineurale, bisogna prendere in esame ulteriori fattori.
Prima dell’insorgere di una sordità improvvisa, vi è spesso la comparsa di fastidi come il tinnito o la sensazione di pressione nell’orecchio, che persistono anche dopo il verificarsi della perdita dell’udito. In alcuni casi il tinnito persiste anche quando la perdita dell’udito si è placata. Inoltre vengono spesso descritti ulteriori sintomi, che tuttavia non si manifestano in tutti i pazienti. In casi rari una sordità improvvisa è connessa, ad esempio, alla comparsa di vertigini. Spesso i pazienti avvertono anche un’attenuazione della sensibilità del padiglione auricolare ipoestesia.
Le cause dell’insorgere della sordità improvvisa non sono dimostrabili, motivo per il quale essa può essere individuata solo attraverso una diagnosi fatta per esclusione. Le cause non individuabili diventano così tra i più importanti criteri di riconoscimento di una perdita acustica improvvisa. Va inoltre ricordato che essa non si manifesta mai in relazione al mal d’orecchi.
Generalmente una perdita dell’udito si riconosce dall’improvviso insorgere di difficoltà uditive unilaterali. Rumori e voci suonano notevolmente più bassi e spesso non vengono nemmeno più riconosciuti chiaramente. Gli interessati avvertono come la sensazione di avere dell’ovatta o una cuffietta auricolare nell’orecchio. In alcuni casi la sordità improvvisa si manifesta in seguito all’insorgenza del Tinnito o della Pressione auricolare. Qualche volta le patologie si manifestano contemporaneamente. Non di rado la sordità improvvisa viene accompagnata da vertigini.
Per un chiarimento definitivo circa l’insorgere di difficoltà uditive è sempre necessario consultare uno specialista. Egli sarà in grado di verificare, attraverso differenti test, se sussiste una sordità improvvisa alla base di tali difficoltà. Attraverso un’otoscopia vengono innanzitutto individuate le ostruzioni del condotto uditivo. Con l’aiuto di diversi test dell’udito viene individuato in seguito il grado di difficoltà uditiva. Attraverso i test viene inoltre determinato se si tratta di un disturbo uditivo relativo all’orecchio medio o all’orecchio interno. Un audiogramma tonale mostra infine, in quale banda di frequenza sussiste la difficoltà uditiva. Ulteriori cause, circostanze e chiarimenti possono essere individuati dal medico attraverso test aggiuntivi, come ad esempio:
Molto utile per il medico è conoscere inoltre la storia clinica del paziente (Anamnesi). In essa può, infatti, individuare ulteriori informazioni in grado di indicare alla base della sordità improvvisa, una causa differente dalla perdita dell’udito vera e propria.
Il motivo preciso alla base dell’insorgere della sordità improvvisa è tuttora ignoto. Molto spesso disturbi circolatori, infezioni e stress vengono individuati come possibili cause. Sebbene le origini precise della comparsa di una sordità improvvisa non siano chiare, sono invece ben noti dei fattori che ne favoriscono l’insorgenza.
Poiché l’alterazione dell’equilibrio della circolazione sanguigna viene vista come uno dei principali fattori di rischio per la comparsa della sordità improvvisa, sono soprattutto le persone con le seguenti caratteristiche a essere colpite da perdita improvvisa dell’udito:
Anche infezioni virali o infiammazioni agli organi dell’udito – come ad esempio l’otite – vengono spesso ritenuti responsabili dell’insorgere del problema. Il gonfiore spesso collegato all’infezione, è solitamente in grado di influenzare negativamente le facoltà uditive. Inoltre i virus possono attaccare il nervo acustico, limitando e compromettendo così le capacità uditive del paziente.
La conseguenza di un’infezione può causare di frequente un’elevata produzione di cerume. Qualora non dovesse essere smaltito, ad esempio perché troppo denso, esso finisce per depositarsi nel condotto acustico provocandone una congestione. Il paziente avverte quindi difficoltà nell’udire, in quanto i segnali acustici provenienti dall’esterno vengono percepiti come attutiti. Il medico può velocemente individuare la presenza di un tappo di cerume e identificarlo come causa della difficoltà uditiva. Il tappo viene rimosso dall’orecchio del paziente e le facoltà uditive vengono così generalmente ripristinate.
Anche una prolungata condizione di stress può essere fattore scatenante di una sordità improvvisa, tuttavia questa affermazione non è stata ancora comprovata. Lo stress può, infatti, favorire l’insorgere di malattie o problemi circolatori e, a lungo andare, può essere poco salutare – non è però riconosciuto come una vera e propria causa dell’insorgere della sordità improvvisa.
Spesso la sordità improvvisa subisce una regressione nel giro di 24 ore dal suo manifestarsi e infine sparisce da sola. Se la difficoltà uditiva è tuttavia forte e persistente e viene accompagnata da altri sintomi – come ad esempio le vertigini – è consigliabile consultare uno specialista. Altrettanto necessario rivolgersi a un medico se una sordità dura per lungo tempo.
Trattamento di una sordità improvvisa acuta
L’origine reale della sordità improvvisa è tuttavia ancora ignota, per questo non esiste ancora un piano terapeutico ben definito. Alla comparsa di una sordità improvvisa si tenta innanzitutto di ridurre i fattori di rischio e di garantire alle orecchie una migliore circolazione del sangue. Il trattamento più diffuso e dimostrato è quello che prevede la stimolazione della circolazione (reologia) attraverso mezzi specifici. Questi garantiscono una più efficace circolazione del sangue, responsabile del trasporto delle sostanze nutritive dentro e fuori dall’orecchio.
Attraverso le infusioni reologiche, le ciglia vibratili presenti nell’orecchio interno vengono nutrite meglio. A esse vengono spesso combinati farmaci antinfiammatori. In questo modo eventuali gonfiori, che influenzano negativamente l’udito, tendono a calmarsi. In genere, vengono inoltre somministrati farmaci cortisonici, per infusione o in compresse. Non di rado vengono iniettati preparati medici direttamente all’interno dell’orecchio medio. In questi casi il medico buca la membrana timpanica con una siringa e immette il cortisone direttamente nell’orecchio medio, che da li prosegue verso l’orecchio interno.
In casi particolarmente gravi viene praticata la cosiddetta emodialisi (Aferesi). Il sangue del paziente viene prelevato dal corpo e purificato artificialmente da grassi e sostanze coagulanti attraverso un macchinario, così da migliorarne la fluidità. Infine il sangue viene nuovamente iniettato nel corpo del paziente. Grazie al trattamento depurativo del sangue viene garantita una migliore circolazione anche alle orecchie.
Al fine di evitare l’insorgenza di una nuova sordità improvvisa, soprattutto i pazienti che soffrono di sovrappeso, ipertensione, diabete e colesterolo alto, dovrebbero cercare di condurre una vita libera da stress. Inoltre sarebbe opportuno cercare di seguire un’alimentazione equilibrata e di praticare attività sportiva, al fine di evitare una nuova depurazione artificiale del sangue.
Trattamento della sordità improvvisa persistente
Se una perdita improvvisa dell’udito dura molto tempo, può dipendere dalla compromissione delle ciglia vibratili presenti nell’orecchio interno, il cui processo di guarigione non può essere condotto dal corpo stesso. La difficoltà uditiva insorta risulta quindi duratura e potrebbe anche trattarsi di un danno permanente e non curabile. Una perdita dell’udito sensorineurale può essere compensata almeno in parte, dall’utilizzo di un apparecchio acustico. Un apparecchio acustico moderno è perfettamente in grado di rendere nuovamente percettibili le frequenze non più udibili dall’orecchio dell’interessato. Esso, infatti, non solo potenzia il segnale, ma fa anche in modo di dissolvere le interferenze di fondo. In questo modo gli apparecchi acustici possono essere di grande aiuto nel caso in cui la perdita dell’udito si manifesti in relazione al tinnito. Parte delle facoltà uditive compromesse viene ripristinata e la qualità della vita del paziente interessato migliora notevolmente.
La pressione alle orecchie può manifestarsi in diverse circostanze. La causa può essere ad esempio un disturbo della ventilazione, ma potrebbe anche insorgere come un disturbo relativo ad altre patologie.
Disturbo funzionale della Tromba di Eustachio
Per regolare la pressione all’interno dell’orecchio, è di fondamentale importanza il collegamento tra orecchio medio e rinofaringe (Tromba di Eustachio, tromba auricolare) in quanto l’aria giunge alla membrana timpanica proprio attraverso questo collegamento. La Tromba di Eustachio ha due funzioni: da un lato coordina la ventilazione dell’orecchio medio, come ad esempio del timpano, d’altro canto è attraverso la tromba d’Eustachio che le secrezioni defluiscono alla gola, così da lasciare libero l’orecchio. Generalmente la tromba di Eustachio si apre durante la masticazione, la deglutizione o lo sbadiglio, in quanto si verifica una compensazione tra la pressione dell’orecchio e quella esterna.
Se la tromba di Eustachio è interessata da un gonfiore, è bloccata o non si apre in maniera corretta, si avverte la sgradevole sensazione di pressione nell’orecchio. Tale sensazione si manifesta nel momento in cui la membrana timpanica s’inarca verso l’interno a causa della depressione insorta nell’orecchio. Questo effetto insorge soprattutto in situazioni particolari, come ad esempio durante il decollo e l’atterraggio di un aereo, in ascensore in un palazzo molto alto, praticando immersioni o attraversando un tunnel. Se sussiste un corretto funzionamento della tromba di Eustachio, questi scompensi di pressione possono essere facilmente eliminati con la deglutizione o sbagliando, in caso contrario il fastidio persiste.
Un’occlusione della tromba di Eustachio può avvenire anche a causa di un accumulo di secrezione che non riesce più a defluire e si posiziona davanti alla membrana timpanica opprimendola. Questo provoca non solo la presenza di una sgradevole sensazione di pressione, ma comporta spesso anche la presenza di mal d’orecchi.
Tuttavia può anche capitare che la tromba di Eustachio si apra di continuo – questo accade principalmente a causa di una mutazione nel tessuto adiposo e connettivo del canale stesso. Anche l’apertura permanente della tromba di Eustachio può condurre alla sensazione di pressione nell’orecchio.
Altre cause che portano alla pressione auricolare
Una sensazione di pressione nell’orecchio non deve essere per forza collegata a una disfunzione della tromba di Eustachio. I fattori responsabili dell’insorgere di tale fastidio possono essere molteplici. Ad esempio, se il condotto uditivo è ostruito dal cerume, non solo si verifica una perdita dell’udito transitoria, ma si avverte spesso anche la presenza di pressione nell’orecchio. Anche una sordità improvvisa causata da un disturbo circolatorio dell’orecchio, può avere come conseguenza la sensazione di pressione. La pressione all’orecchio è spesso effetto collaterale di:
L’insorgere della pressione auricolare può essere evitato e spesso la sensazione di pressione può essere eliminata attraverso semplici mezzi. Se la causa del fastidio è la presenza di una malattia o di una disfunzione delle orecchie o della tromba di Eustachio, il trattamento terapeutico può essere talvolta dispendioso ed è consigliabile lasciare che sia un medico a eseguirlo.
Pressione auricolare acuta e come compensarla
Qualora dovesse insorgere improvvisamente una sensazione di pressione a un orecchio o a entrambe, sarà possibile porre rimedio al problema attraverso semplici mezzi. Può essere utile deglutire frequentemente, masticare (ad esempio un chewing-gum) e tentare di sbadigliare. In questo modo è possibile riequilibrare la pressione all’interno dell’orecchio, poiché generalmente attraverso questi movimenti la tromba di Eustachio si apre. Se questi accorgimenti non dovessero essere di aiuto, è possibile praticare la cosiddetta Manovra di Valsalva: espirare a lungo tenendo ben chiusi il naso e la bocca. Poiché l’aria non potrà uscire dalla bocca o dal naso, andrà a comprimere la tromba di Eustachio provocando così una compensazione della pressione nell’orecchio medio.
Qualora il problema della pressione auricolare dovesse insorgere spesso durante voli aerei, o dovesse sussistere una condizione di raffreddamento durante il viaggio, risulta molto utile l’utilizzo preventivo di uno spray nasale. Le proprietà decongestionanti dello spray consentiranno all’aria di circolare meglio nella rinofaringe e nella tromba di Eustachio, così da evitare l’insorgere della sensazione di pressione nell’orecchio. In questo caso è consigliabile utilizzare nuovamente lo spray prima dell’atterraggio.
Trattamento della pressione auricolare persistente
Se non si dovesse riuscire a porre rimedio alla pressione auricolare attraverso la masticazione o metodi simili, sarà opportuno consultare un medico al fine di determinare l’origine della pressione e individuare il modo di eliminarla. Nei casi più semplici, la pressione insorge a causa della presenza di un tappo di cerume nel condotto uditivo, che in genere può essere facilmente eliminato dal medico mediante l’utilizzo di una lavanda auricolare.
Se la pressione sulla membrana timpanica si sviluppa a causa di un accumulo di fluido nell’orecchio medio, in caso di persistenza del problema può essere utile un piccolo intervento. In circostanze del genere viene procurato un piccolo foro nella membrana timpanica, così da permettere al liquido di defluire verso l’esterno attraverso la piccola apertura. Qualora questo problema dovesse insorgere spesso, è possibile inserire nella membrana timpanica un drenaggio trans-timpanico in grado di assicurare la corretta ventilazione dell’orecchio medio e favorire il drenaggio del liquido.
Spesso malattie come ad esempio il raffreddore, sono responsabili di un accumulo della secrezione o di uno scompenso della pressione. In questi casi può accadere che le mucose siano infiammate o che parte dell’area relativa a gola, naso e orecchie presenti gonfiore, compromettendo così la corretta ventilazione delle orecchie – ad esempio della tromba di Eustachio. Anche una reazione allergica può provocare gonfiore e favorire l’insorgere di pressione auricolare. In alcuni casi può essere d’aiuto trattare le malattie con farmaci medicinali. A seconda dell’origine del gonfiore possono essere d’aiuto spray nasali decongestionanti, farmaci antibiotici o antiallergici.
Infine la pressione auricolare può generalmente essere provocata anche da un sovraccarico muscolare o della colonna vertebrale. Qualora il medico dovesse individuare queste cause alla base del disturbo, può essere d’aiuto fare ricorso a misure fisioterapiche al fine di alleviare la pressione.
Una perdita dell’udito può essere provocata da cause differenti. A tal proposito è necessario individuare le diverse tipologie di perdita dell’udito in quanto può essere originata da molteplici fattori.
1. Difficoltà di trasmissione del suono
In caso di difficoltà dovute alla trasmissione del suono, le facoltà uditive vengono ridotte poiché il suono proveniente dall’esterno non riesce a giungere correttamente e completamente all’orecchio interno. Questo fenomeno può avere un’origine transitoria, come ad esempio in presenza di un tappo di cerume o di un’infiammazione del condotto uditivo. In circostanze del genere si parla di una perdita dell’udito temporanea. In altri casi invece, la trasmissione del suono può essere disturbata in maniera duratura a causa di malformazioni del condotto uditivo, di una perforazione della membrana timpanica o di malformazioni del padiglione auricolare – sussiste così una difficoltà uditiva permanente.
2. Difficoltà di percezione del suono
In questo caso è l’orecchio interno a essere compromesso. I segnali acustici non vengono più elaborati in maniera completa. Sia le ciglia vibratili, presenti nell’orecchio interno, che porzioni di nervi non lavorano più correttamente, motivo per il quale il segnale acustico non viene più percepito integralmente – gli individui interessati dalla cosiddetta perdita dell’udito sensorineurale non distinguono più del tutto specifici suoni. Un simile danneggiamento dell’orecchio interno avviene in genere a causa di forte rumore, ma possono essere anche altre le ragioni all’origine di una perdita dell’udito simile, come ad esempio:
3. Perdita combinata dell'udito
In caso di una perdita combinata dell’udito, sussiste sia una condizione di trasmissione parziale del suono, sia una condizione di percezione parziale del suono, che sono diverse tra loro. La percezione acustica dell’interessato varia seconda di quale porzione sia più grande. Molteplici potrebbero essere i fattori responsabili di una tale condizione di perdita combinata dell’udito, come ad esempio un’otite media cronica, una malattia delle ossa che cingono l’orecchio interno (otosclerosi), o difficoltà uditive unilaterali.
4. Disturbi dell'elaborazione e percezione uditiva
In caso di disturbi dell’elaborazione della percezione uditiva, le cause non sono da ricercare tra le patologie dell’orecchio. Infatti, mentre le orecchie funzionano normalmente, risulta problematica l’elaborazione del segnale tra l’orecchio interno e cervello. Le origini dei disturbi dell’elaborazione della percezione uditiva sono ancora oggi poco chiari.
Poiché alla base di una perdita dell’udito possono esserci cause differenti, anche la tipologia di piano terapeutico si differenzia di volta in volta. Tuttavia in buona parte dei casi è possibile aiutare l’interessato almeno a migliorare le proprie capacità uditive.
1. Terapia per difficoltà di trasmissione del suono
Il trattamento di una specifica perdita dell’udito dipende innanzitutto da se si tratta di un disturbo transitorio o permanente. Se l’origine della perdita dell’udito risiede in un’ostruzione del condotto uditivo da parte di un corpo estraneo o di un tappo cerume, generalmente il problema viene risolto con l’eliminazione dell’impedimento.
Anche in caso di un disturbo della ventilazione – ad esempio a causa di un gonfiore del condotto che collega l’orecchio medio alla faringe (Tromba di Eustachio)- esso può essere facilmente eliminato attraverso la somministrazione di medicinali.
Una difficoltà di trasmissione del suono permanente si presenta invece più difficile da trattare. In alcuni casi gli ossicini dell’udito distrutti o danneggiati, possono essere ripristinati attraverso interventi difficili e delicati. Anche gravi compromissioni della membrana timpanica possono essere talvolta risolte attraverso un’operazione. In alcuni casi un apparecchio acustico professionale risulta molto utile al fine di favorire la corretta e completa trasmissione all’orecchio interno dei segnali acustici provenienti dall’esterno.
2. Trattare una difficoltà di percezione del suono
In presenza di una compromissione permanente dell’orecchio interno non esiste una terapia efficace. Per questo motivo, è fondamentale riconoscere velocemente una tale perdita dell’udito. Qualora non fosse possibile curare il disturbo, si potrebbe almeno tentare di trattarlo con l’ausilio di un moderno apparecchio acustico. Questi ultimi vengono infatti regolati a seconda della perdita acustica dell’interessato, in modo da rendere nuovamente udibili le frequenze non più percepite a causa del danneggiamento delle ciglia vibratili. Essi sono inoltre in grado di analizzare l’ambiente circostante di coloro che li indossano, così da adattarvisi automaticamente. In questo modo vengono, ad esempio, attenuati i rumori di fondo e potenziati i discorsi delle persone. Grazie all’utilizzo di un apparecchio acustico, unito a un programma di allenamento, è possibile contrastare le difficoltà dell’udito.
3. Il trattamento del disturbo dell'elaborazione e della percezione auditiva
Qualora la perdita acustica sia dovuta a un disturbo dell’elaborazione e della percezione uditiva, non sarà possibile arrivare alla guarigione.
Facendo ricorso a differenti terapie è possibile talvolta raggiungere un miglioramento, sebbene non vi sia alcuna garanzia. Fra i metodi di trattamento più largamente diffusi vi sono gli apparecchi acustici e l’allenamento acustico, grazie ai quali gli individui colpiti imparano a riconoscere i suoni e a distinguerli l’uno dall’altro.
Con il termine tinnito si designa la presenza di un tintinnio, un sibilo o un fruscio ad una o entrambe le orecchie. Nel 99% dei casi i rumori vengono percepiti soltanto dall’interessato, si parla dunque di tinnito soggettivo. In presenza di un tinnito oggettivo è invece possibile che rumori vengano uditi anche dall’esterno. In questa rara forma di tinnito i rumori si sviluppano ad esempio, mediante il sangue che scorre attraverso vasi sanguigni ristretti. In casi del genere l’interessato avverte un sibilo o fruscio. Poiché in presenza di un tinnito oggettivo può essere individuata un’origine fisica, l’approccio terapeutico risulta relativamente semplice.
L’origine precisa del tinnito soggettivo è tuttavia ignota, nella maggior parte dei casi si manifesta come una diretta conseguenza di altre malattie dell’orecchio. Si pensa che i neuroni preposti all’udito, comincino a inviare segnali autonomamente, quando non ricevono più stimoli da parte dell’orecchio interno.
Spesso i brusii auricolari insorti, svaniscono improvvisamente nel giro di poco tempo, in alcuni casi invece persistono per ore, giorni o mesi nella testa dell'interessato - in parte non vanno mai più via.
Acufene acuto e cronico
Durante i primi tre mesi dalla sua comparsa, il tinnito viene definito acuto. Tuttavia non bisogna aspettare che trascorra questo lasso di tempo prima di sottoporsi a visita medica, infatti, al più tardi dopo qualche giorno, sarebbe consigliabile consultare uno specialista per un consiglio esperto. Con il perdurare dei rumori auricolari, sussiste difatti il pericolo che essi si trasformino in un tinnito cronico. Se il brusio dura più di 3 mesi le probabilità di guarigione diminuiscono drasticamente. Generalmente una volta trascorso questo intervallo di tempo, non è più possibile abituare il cervello al suo nuovo modello comportamentale. In presenza di un tinnito cronico, il trattamento terapeutico non mira più alla guarigione. I pazienti devono infatti principalmente imparare a convivere con le interferenze e a ignorarle quanto più possibile.
Acufene: sintomo collaterale di altre patologie
La comparsa di rumori auricolari, come il tinnito, non è tuttavia una vera e propria sindrome, in genere infatti i rumori si manifestano come sintomo collaterale di un’altra patologia. Al fine di liberarsi di un tinnito è necessario quindi guarire dalla malattia che lo genera. Sono soprattutto condizioni di stress prolungato, malattie metaboliche, ipertensione e aritmie cardiache a favorire la comparsa del tinnito soggettivo, ma anche numerose altre patologie possono comportare i fastidiosi rumori auricolari, come ad esempio:
Spesso il brusio auricolare può essere anche collegato a problemi della colonna vertebrale o della mascella. Poiché esistono delle connessioni tra i nervi che interessano la colonna vertebrale e quelli dell’udito, anche un blocco della muscolatura del collo può causare come conseguenza l’insorgere del tinnito. Analogamente può manifestarsi in presenza di problemi alle articolazioni della mascella o del muscolo massetere. Anche lo stridore dei denti può periodicamente causare brusio auricolare.
Acufene come effetto indisiderato
Non sono soltanto i malesseri fisici o psichici le ragioni sospette dell’insorgere di un tinnito. Anche alcuni medicinali che vengono impiegati nel trattamento di altre patologie, possono presentare tra gli effetti collaterali, la comparsa di brusio auricolare. Soprattutto durante l’assunzione di alte dosi di antidolorifici, di farmaci regolatori della pressione arteriosa, antidepressivi o medicinali impiegati durante la chemioterapia, sarebbe opportuno individuare con il medico un trattamento farmacologico collaterale, in grado di evitare che il tinnito diventi cronico.
La reale origine dell'acufene è sconosciuta. Per lungo tempo si è pensato che si sviluppasse a causa dell’errato invio di segnali al cervello, da parte dell’orecchio interno. Per questo motivo, in presenza di un acufene molto forte, si è fatto ricorso alla recisione del nervo acustico. Tuttavia i rumori non sembravano scomparire, il paziente era sordo ma continuava a percepire ancora l'acufene. Nel frattempo è stato dimostrato che il tinnito si sviluppa nel cervello dell’interessato. Poiché il tinnito spesso si manifesta in collegamento o come conseguenza di un danneggiamento dell’udito, si ritiene che il cervello tenti di compensare automaticamente i suoni mancanti a causa del danno acustico. I neuroni che non ricevono più alcun impulso, generano autonomamente segnali che il cervello impara a percepire. Poiché dai neuroni interessati non provengono impulsi, se l’udito è danneggiato in maniera permanente, il suono rimane sempre udibile. In questo modo il cervello fa si che insorga il tinnito.
Tuttavia i danni all’udito non sono le uniche cause individuabili. Molti altri fattori possono concorrere nell’insorgere del tinnito – come quando la reale ragione è sparita da lungo tempo, e i suoni sono però ancora udibili. Se ad esempio ci si concentra troppo sul tinnito – anche quando esso è molto debole – si può sfociare in un peggioramento del problema. In questo caso accade infatti, che il cervello si concentri in particolare sui nuovi “suoni” e tenti di apprenderli.
Per lungo tempo è stato poco chiaro dove vada realmente a svilupparsi il tinnito. Si parte dall’idea che a essere responsabile della comparsa dei rumori, sia un danneggiamento delle ciglia vibratili presenti all’interno dell’orecchio. Normalmente quando vengono stimolate da un segnale acustico, esse inviano impulsi al centro dell’udito situato nel cervello. Nel caso del tinnito si presume sussista un difetto nel loro funzionamento, ad esempio a causa di un insufficiente approvvigionamento di sostanze nutritive o di un danneggiamento dovuto al rumore. Tuttavia bisogna assodare se l’interessato continua a udire i rumori anche una volta che il nervo acustico viene reciso e quindi nessun segnale viene più trasmesso dall’orecchio al cervello.
Qualora i rumori dovessero comparire da soli nel cervello, l’orecchio interno non sarebbe in ogni caso estraneo. Se si presenta una minorazione dell’udito – ad esempio a causa di una sottoalimentazione delle ciglia vibratili o di un danneggiamento delle stesse – il centro dell’udito non riceve più segnali nelle frequenze interessate. I neuroni preposti tentano dunque di compensare questo deficit producendo da soli segnali che vengono percepiti come tinnito. Col passare del tempo il cervello impara a generare e udire tali suoni, in questi casi il tinnito resta presente, se non si pone rimedio al reale danneggiamento dell’udito. Superato un periodo di 3 mesi, si rischia di sfociare in un tinnito cronico, in presenza del quale le possibilità di guarigione sono decisamente più basse rispetto alla fase acuta.
Se si avvertono a uno o entrambe le orecchie dei fastidiosi rumori come fischi, scricchiolii o fruscii, può sorgere il dubbio di essere in presenza di un tinnito. In questo caso è necessario innanzitutto cercare di rilassarsi, soprattutto è importante evitare lo stress eccessivo e gli ambienti troppo rumorosi. Generalmente i rumori spariscono da soli in tempi relativamente brevi, tuttavia potrebbero ripresentarsi qualora dovessero sussistere nuovamente condizioni di stress o sovraccarico dell’udito.
In questo caso, e anche qualora i rumori non dovessero calmarsi nemmeno con il riposo, è opportuno consultare un dottore. Qualora dovesse sussistere un tinnito oggettivo il medico sarà in grado, con l’ausilio dei suoi strumenti, di udire i brusii. Una sorgente sonora vicina all’orecchio interno sarà la causa dell’interferenza. Caso diverso si presenterà qualora il medico non dovesse udire nulla. La comparsa di un tinnito soggettivo e di gran lunga più frequente e copre circa il 99% dei casi. In una situazione di questo tipo, è necessario curare la malattia che è all’origine del tinnito. Se il trattamento riscuote successo durante la fase acuta -vale a dire durante i primi tre mesi dopo la comparsa dei rumori- le prospettive di guarigione sono relativamente buone. Una volta trascorso questo lasso di tempo, è spesso impossibile riuscire a far sparire i rumori, poiché i neuroni interessati generalmente hanno già “imparato” a trasmettere i segnali in maniera permanente.
Spesso il tinnito è collegato a una minorazione dell’udito. Questo può avvenire a causa di diverse malattie, di un trauma acustico o con l’avanzare dell’età. Al fine di riequilibrare la perdita acustica è possibile ricorrere all’utilizzo di dispositivi moderni. Questi ultimi sono molto più che dei semplici potenziatori dell’udito, sono piccoli computer che non solo aumentano la forza del segnale acustico, ma lo elaborano anche. A seconda del modello e della tecnologia di costruzione, i piccoli computer acustici sono in grado, fra le altre cose, di scegliere autonomamente tra diverse situazioni di dialogo o di riconoscere la direzione dalla quale proviene un segnale acustico. Essi però hanno soprattutto il merito di rendere nuovamente udibili a coloro che li indossano, segnali acustici che non venivano più percepiti. In presenza di un tinnito si può ricorrere al cosiddetto Noiser. Quest’apparecchio aiuta a percepire i rumori il meno fastidiosi e a ignorarli in ampia misura.
Trattamento del rumore auricolare permanente
Non è stata individuata finora una terapia universale in grado di trattare con successo un tinnito permanente. Per elaborare un processo terapeutico è necessario prendere in considerazione molti fattori, come ad esempio il motivo scatenante e l’impronta del brusio auricolare. Inoltre molti pazienti che soffrono di tinnito, vengono interessati anche da disturbi d’ansia e depressione, poiché il tinnito non solo attiva aree del cervello fondamentali per l’udito, ma anche quelle responsabili di emozioni come la rabbia e l’ansia. Affinché il trattamento abbia successo, infatti, spesso è necessaria anche una visita presso uno psicoterapeuta o un neurologo.
Di frequente nel trattamento del tinnito vengono impiegati i cosiddetti Noiser, che supportano i pazienti nel riuscire a ignorare i rumori. Il Noiser produce un continuo e leggero fruscio più flebile del tinnito stesso. Con il tempo il cervello deve dunque riuscire a imparare, a considerare senza importanza il rumore prodotto dal Noiser e quindi ad accettarlo. In questo modo il cervello impara piano piano a ritenere irrilevante anche il tinnito stesso. Se la terapia riscuote successo, il paziente comincia a percepire il rumore non più così tanto fastidioso e chiaro, e riesce a concentrarsi bene nuovamente. I Noiser sono ormai integrati in molti apparecchi acustici moderni, che così non solo aiutano nel trattamento del tinnito, ma provvedono anche alla compensazione di un eventuale calo dell’udito.
Molto spesso non vi è un modo per guarire dal tinnito, così che gli interessati sono costretti a udire i rumori in maniera permanente. Dopo i primi tre mesi le possibilità di guarigione calano drasticamente. Se durante la fase acuta nessun approccio terapeutico risulta efficace e non produce alcun miglioramento, non sono tuttavia terminate le possibilità di cura. Attraverso molteplici metodi, gli interessati riescono a imparare come ignorare le interferenze.
In generale bisognerebbe soprattutto tentare di concentrarsi su altre cose. Ad esempio, il focalizzarsi su rumori ben precisi, può aiutare a isolare il tinnito. Così durante un concerto, gli interessati possono provare a prestare attenzione soltanto a singoli strumenti. In generale però, l’allenamento acustico mirato non è tuttavia sufficiente. Esso deve, infatti, essere combinato a misure terapeutiche di rilassamento e comportamento, in quanto l’aspetto psicologico gioca un ruolo importante. Le forti e continue interferenze possono insorgere a causa di stress, scompensi e talvolta anche depressione. Proprio per questo motivo anche la percezione dei rumori diventa più forte, potenziando così le interferenze non intenzionali.
Utili sono i cosiddetti Noiser, che aiutano il cervello nel processo di rimozione della percezione del tinnito. I Noiser inviano all’udito del paziente rumori bassi e non fastidiosi. Essi però non possono tuttavia coprire i rumori del tinnito. Il paziente deve perciò imparare a concentrarsi su tali suoni. Lo scopo di questa terapia è di raggiungere uno stato di accettazione del continuo e fastidioso tinnito, attraverso l’abitudine ai suoni prodotti dal Noiser. Il rumore è tuttavia ancora udibile, ma i pazienti non lo percepiscono più come sgradevolmente fastidioso, così da diminuire le conseguenze psichiche del tinnito. Un trattamento con impiego del Noiser è un processo tedioso, poiché costringe il cervello ad apprendere nuovi schemi comportamentali. Tuttavia il margine di successo è del 50% circa. Poiché di frequente il tinnito insorge in relazione a un danno acustico, come ad esempio una perdita dell’udito, i moderni apparecchi acustici presentano spesso un Noiser già incorporato. Questi apparecchi svolgono così una doppia funzione. Da un lato fanno in modo che l’orecchio percepisca nuovamente le frequenze udibili, dall’altro aiutano il paziente, attraverso il Noiser, ad abituarsi alla presenza del tinnito.
Se il tinnito risponde a criteri specifici, può essere preso in considerazione l’intervento da parte del cosiddetto Neuromodulatore di CR. Attraverso questo metodo le cellule nervose del paziente vengono stimolate affinché non lavorino più in maniera sincronizzata, in modo da consentire al cervello di “dimenticare” i toni fastidiosi.
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