L’essere umano è in grado di percepire suoni entro un determinato intervallo di frequenze e pressione sonora. Il minimo di pressione sonora che l’orecchio può sopportare è detta soglia dell’udito e dipende dalla frequenza. Il volume percepito non è in relazione lineare con l’intensità. Se il valore della pressione sonora raddoppia, non raddoppia automaticamente anche il volume. Per percepire il rumore con volume doppio, l’intensità del suono deve aumentare di dieci volte. Un aumento di 10 dB corrisponde ad un raddoppio di volume percepito.
L’orecchio umano reagisce alle varie frequenze in modo diverso. La zona di frequenze tra 1 e 3 kHz è quella più sensibile. L’area in cui le diverse frequenze sono percepite sempre allo stesso volume si chiama Phon. Generalmente i toni alti e bassi sono percepiti come suoni medi. Anche l’intensità del suono influenza la curva dell’udito. Con l’aumento del volume del segnale, la curva dell’udito raggiunge un valore di equilibrio. Le gamma delle frequene udibili è compresa tra 20 Hz e i 20000 Hz. Questo campo di udibilità è influenzato da età, occupazione e genere. Con il progredire dell’età, la sensibilità uditiva alle alte frequenze si riduce di circa 12 kHz. I suoni che sono al di sopra della soglia di udibilità sono chiamati ultrasuoni, quelli al di sotto infrasuoni. I giovani riescono a percepire anche alcuni kHz nella banda degli ultrasuoni.
Dal momento che l’orecchio a differenza di altri organi non si rigenera, si verifica con l’avanzare dell’età una graduale perdita dell’udito. Le alte frequenze sono le prime ad essere perse poiché sono captate ed elaborate nella parte iniziale della coclea, maggiormente soggetta a logorio.
Oltre al calo progressivo della sensibilità uditiva alle alte frequenze, il 50% degli ultra 60enni presenta una perdita uditiva per le frequenze comprese fra 3-6 kHz. Ciò comporta che le persone anziane percepiscono molto diversamente i rumori nella gamma delle alte frequenze.